La meccanica quantistica, che è nata e si è sviluppata con il fisico tedesco Max Planck agli inizi del novecento, ha percorso in oltre un secolo una lunga strada nel cercare di descrivere un mondo fisico che la meccanica classica, quella, per intenderci, di Galileo e Newton, non riusciva a spiegare.
Questo ramo della scienza fisica ha indagato fenomeni tipici nelle scale di dimensioni ed energie atomiche e subatomiche.
Allo sviluppo della meccanica (o fisica) quantistica hanno dato contributo fior di scienziati, il cui nome è scritto nella storia della scienza, molti dei quali hanno meritato il Nobel. Oltre al già citato Planck, vale la pena ricordare autentici monumenti alla scienza quali Niels Bohr, Albert Einstein, Luis De Broglie, Werner Heisenberg, Erwin Schrodinger, Dirac e Von Neumann, che hanno costruito le basi di una ricerca scientifica che presenta ancora aspetti paradossali e contradditori ma che, lungi dall’essere una semplice speculazione intellettuale, ha costituito le basi per lo sviluppo della moderna civiltà dell’informazione, che ha reso possibile la realizzazione dei semiconduttori e tutti gli strumenti moderni che li utilizzano, dai computer ai cellulari, alle apparecchiature biomediali, e l’elenco sarebbe lunghissimo. Tutto è basato sulla fisica dello stato solido che si basa, per l’appunto, sulla meccanica quantistica.
I futuri sviluppi, quali la crittografia e i computer quantistici, sono i nuovi traguardi di questa scienza che dal 1 al 5 settembre scorso sono stati discussi da 60 scienziati, provenienti da 8 nazioni europee, in un convegno sulla matematica e la meccanica statistica e sulla fisica quantistica che si è tenuto presso il Campus Universitario della Spezia