PROGETTI DI RICERCA
Forte impegno viene rivolto, oltre che alle attività didattiche, allo sviluppo di progetti di ricerca realizzati in collaborazione con importanti realtà locali, nonché ad iniziative atte a rafforzare ed ampliare la rete di relazioni con le imprese nell’ambito dell’organizzazione di tirocini formativi, attività di orientamento, testimonianze e seminari, workshop, visite di studio. Tale rete è divenuta significativa anche a livello internazionale, dando luogo ad interessanti esperienze di tirocini formativi all’estero.
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L’obiettivo della ricerca è studiare e proporre una soluzione sostenibile per offrire un corretto fine vita alle imbarcazioni, dimostrando, sia a livello teorico che sperimentale, la possibilità di inserire il “sistema barca” all’interno dell’LCA (Life Cycle Assessment), con particolare attenzione all’ultima fase del ciclo: la dismissione.
Il progetto, che mira a identificare un processo economico per il recupero ecologico di scafi di imbarcazioni in vetro-resina, ed è stato sviluppato nell’ambito di un dottorato di ricerca finanziato dal Comune della Spezia, ha trovato ulteriori energie attraverso l’accordo stipulato con EULABOR e Viareggio Super Yacht.
Le prove preliminari, svolte presso il Dipartimento di chimica e chimica industriale dell’Università di Pisa, hanno costituito la base per la progettazione di un primo reattore (dimostratore tecnologico) in grado di trasformare la vetro-resina proveniente dalla demolizione di imbarcazioni in combustibili liquidi e gassosi e in materie prime-seconde.
La Minitransat 6,50 è considerata oggi la più grande sfida velica esistente: 4200 miglia tra le onde dell’atlantico con barche di sei metri e mezzo, senza assistenza esterna e con il divieto di comunicare con la terraferma. Un mese di navigazione in solitario tra cielo e mare, senza assistenza e in condizioni talvolta dure; una sfida estrema al limite delle possibilità psicofisiche umane. Ogni due anni 85 imbarcazioni tagliano la linea di partenza in Francia per attraversare l’oceano e portare a termine la traversata. Le regole sono semplici: un uomo, una barca, l’oceano. La partenza della regata in Francia attrae schiere di persone e appassionati che salutano i navigatori prima del loro grande salto nella solitudine a contatto con gli elementi naturali.
Obiettivo del progetto è preparare il prototipo 756 per la regata Minitransat 2015, con un team di giovani impegnati a sviluppare competenze tecniche attraverso la collaborazione con realtà industriali italiane, consolidando attivamente tutte le conoscenze acquisite nel campo delle regate oceaniche. In Italia ci sono le risorse umane e tecniche per confrontarsi alla pari con i francesi che hanno, tuttavia, un enorme vantaggio culturale nella vela oceanica.
La nostra sfida “Made in Italy”:
– la barca è stata costruita in Italia nel 2008 con un team italiano;
– l’innovazione progettuale della barca è affidata a un team di giovani ingegneri del Campus Universitario della Spezia;
– tutto il team è italiano e porta l’esperienza da più orizzonti della vela: dalla coppa America alle grandi navigazioni oceaniche;
– le vele sono disegnate e concepite in Italia;
– l’innovazione strutturale e dei materiali è sviluppata con industrie locali specializzate.
Analisi strutturale – Il progetto strutturale prevede la valutazione e l’analisi delle problematiche che scaturiscono dalla ricerca di affidabilità e leggerezza, concetti imprescindibili per avere successo in una competizione estrema come la Minitransat.
La ricerca è primariamente focalizzata sullo studio e il dimensionamento delle particolari appendici utilizzate e sulle componenti strutturali che ne permettono la messa in opera e il funzionamento.
Fluidodinamica – Lo studio dell’imbarcazione tramite metodi CFD viene portato avanti su più fronti:
confronto fra varie geometrie di scafo al fine di ottimizzare le linee d’acqua e di studiare il regime planante;
analisi delle appendici studiando migliaia di geometrie;
studio della tenuta al mare del mezzo nelle condizioni più gravose;
prove in vasca del modello al fine di convalidare i risultati ottenuti nelle simulazioni.
Studio ergonomico – Per quanto riguarda lo studio ergonomico particolare attenzione è rivolta alla zona di riposo all’esterno, per poter conciliare meglio le brevi pause di sonno durante la traversata. L’utilizzo di una culla ergonomica garantisce allo skipper comfort in tutte le condizioni. Anche le manovre correnti sono studiate per facilitare i cambi vele e la conduzione.
Specifiche – L.O.A.: 6,50 m / Beam: 3, 00 m / Draft: 2,00 m / ∆: 750 kg / S.A.up: 46sq.m / S.A. down: 120sq.m.
La sicurezza è un requisito irrinunciabile per tutti quei sistemi informatici che influenzano e dirigono la nostra vita quotidiana perchè controllano il traffico automobilistico, ferroviaro ed aereo, i nostri pagamenti elettronici e non, i dispositivi medici negli ospedali, ecc.. Compito della sicurezza informatica è proprio quello di impedire che un sistema informatico sia controllato da chi lo vuole sfruttare per danneggiare altre istituzioni o altre persone. Valutare la sicurezza di un sistema informatico è ancora oggi un problema di difficilissima soluzione e, quindi, è possibile sapere se un sistema potrà essere attaccato solo quando si inizia ad usarlo. Ciò è dovuto alla complessità dei sistemi e alla loro veloce evoluzione tecnologica che impediscono di utilizzare approcci ormai consolidati in altri campi e basati, ad esempio, sulle statistiche relative a guasti o malfunzionamenti.
Una possibile soluzione.
Per affrontare questo problema un gruppo di ricerca misto guidato dal professor Fabrizio Baiardi, del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa e dall’ ing. Marcello Montecucco del Campus Universitario della Spezia, ha sviluppato “Haruspex “ uno strumento informatico per valutare la sicurezza informatica di un sistema fin dalla fase della sua progettazione. Partendo da una descrizione del sistema informatico e di chi è interessato ad attaccarlo, Haruspex simula, e riproduce, il comportamento del sistema e degli attacchi per un intervallo di tempo di lunghezza qualsiasi e scopre quali attacchi hanno successo in questo intervallo. Le simulazioni vengono ripetute più volte in modo da scoprire tutti gli attacchi che possono aver successo. Considerando tempi molto lunghi è anche possibile scoprire i “cigni neri” ovvero quelle situazioni poco probabili, ma con effetti catastrofici. Una volta scoperti gli attacchi che hanno successo, si modifica il sistema e si applica di nuovo Haruspex per valutare i miglioramenti. Questa soluzione è innovativa per la sicurezza informatica ed ha basi matematiche rigorose perchè si ispira al metodo Monte Carlo sviluppato negli anni 40 dal progetto Manhattan. Per capire Haruspex, pensiamo ad un gioco di carte con regole talmente complicate che sia quasi impossibile scoprire una formula per calcolare la probabilità che un giocatore abbia in mano alcune carte. Ma se riproduciamo il gioco in un calcolatore, possiamo far giocare al calcolatore tantissime partite e vedere quante volte il giocatore ha le carte che ci interessano. Ovviamente il tempo per giocare le partite dipende da quanto complicate sono le regole del gioco e da quanto veloce è il calcolatore. Nella sicurezza informatica, ogni partita corrisponde ad un attacco e la partita è così complessa che solo un calcolatore estremamente veloce può giocare le partite necessarie per valutare in tempi ragionevoli la sicurezza di un sistema informatico complesso.
In sistema di supercalcolo (oggetto di una donazione della IBM Corporation in quanto vincitore di un concorso internazionale bandito dalla ditta stessa), di nuovissima architettura, modulare e facilmente espandibile per garantire la velocità di elaborazione necessaria per le simulazioni di Haruspex, è operante presso Promostudi- Campus Universitario della Spezia.
Oltre ad applicazioni nel settore civile, Haruspex è stato provato sul campo in due importanti esercitazioni NATO di Cyber Security (Locked Shields 2014 e Locked Shields 2015 ) riscuotendo notevoli apprezzamenti e contribuendo in modo significativo al buon risultato del team della difesa italiano. Il 4 e 5 giugno 2015 a Roma- Palazzo Altieri , l’ABI ha invitato i responsabili del progetto Haruspex a presentarlo in ambito del convegno Banche e Sicurezza 2015.
La Spezia, culla delle costruzioni sommergibilistiche italiane, e ancora oggi sede dell’unico stabilimento nazionale specializzato nella realizzazione di unità subacquee (il Cantiere del Muggiano di Fincantieri), non ha ancora potuto realizzare l’obiettivo di disporre di un battello da utilizzare a scopi museali come già fatto nelle città di Milano, Venezia e Genova.
Malgrado i numerosi tentativi messi in atto dalle Associazioni d’Arma spezzine, ed in particolare dall’ANMI, ogni progetto è naufragato sugli scogli delle difficoltà economiche, di collocazione dell’unità e di gestione di un’impresa di notevole complessità.
Per approfondire la tematica e valutarne l’effettiva fattibilità, si è proposto il Campus Universitario della Spezia che, con il supporto finanziario del Comune della Spezia, sta sviluppando un progetto di massima nel quale gli interventi da effettuare sul battello, il suo inserimento nel contesto museale cittadino e le problematiche tecniche ed economiche, verranno opportunamente approfondite.
Lo studio, che ha individuato nel sommergibile Leonardo Da Vinci l’unità più adatta allo scopo, viene svolto nell’ambito di una tesi di laurea del corso magistrale in Yacht Design della studentessa Priscilla Bertelli.
I vincoli posti alla studio sono stati sia quello di una collocazione a terra del sommergibile nell’ambito del Museo Tecnico Navale sia quello di rendere l’unità visitabile anche da persone con disabilità motorie. Un ulteriore vincolo è stato posto con l’obiettivo che l’unità sia conservata il più possibile con tutti gli impianti e allestimenti originali. In tal modo il battello potrà svolgere anche funzioni didattiche per gli studenti del Polo Universitario Marconi che si affacciano agli studi di ingegneria navale con indirizzo costruzioni navali militari.
La collocazione del sommergibile nell’ambito del museo navale è studiata in collaborazione con lo Studio Ricco & Neri Architetti Associati che già si occupa della ristrutturazione del museo.
Lungo quasi 64 metri, alto quanto un palazzo di 4 piani, con un peso di oltre 1.400 tonnellate, il posizionamento a terra di questa unità rappresenta anche una sfida ingegneristica di tutto rispetto, le cui fasi saranno seguite passo dopo passo dagli studenti del Campus Universitario della Spezia.
Promostudi La Spezia segue e sostiene gli studenti del Polo Marconi anche in alcune attività extra didattiche, con particolare riferimento ad attività sportive legate al mare.
Dopo una prima esperienza con la partecipazione alla waterbike regatta 2006 (regata studentesca su imbarcazioni a pedali – palestra di sviluppo di propulsioni alternative), dal 2008 gli studenti del Campus Universitario della Spezia partecipano alle regate di fine anno accademico di 1001VelaCup (regate interuniversitarie riservate a ski interamente progettati e costruiti, e condotti in regata, da studenti universitari) alle quali hanno conseguito numerosi premi e riconoscimenti. Ogni anno, inoltre, un equipaggio di studenti partecipa al Trofeo CSSN nell’ambito della manifestazione Trofeo Mariperman.
A seguito dell’esperienza maturata con il progetto di ricerca relativo alla preparazione del prototipo, nel 2016 il mini 756 Promostudi La Spezia, dello skipper Alberto Bona, ha partecipato alle regate Les Sables – Azzorre.
Equipaggi compositi da studenti del Polo Universitario Spezia hanno inoltre partecipato alle regate 151 miglia e Giraglia-Rolex Cup.